Il Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo (ex ENPALS) riguarda tutte quelle figure che svolgono attività artistiche o tecniche incluse negli elenchi ufficiali, come attori di audiovisivi, registi, presentatori, doppiatori, fotomodelli.
L’obbligo scatta ogni volta che un creator viene ingaggiato da un committente – che sia un’agenzia, un brand o anche un soggetto non operante nello spettacolo – per realizzare un contenuto audiovisivo in cui recita, interpreta o posa.
Diverso è il caso dei contenuti autoprodotti e pubblicati sul proprio canale senza un contratto con un marchio: qui non entra in gioco il FPLS, ma la Gestione Separata o, in presenza di un’attività imprenditoriale strutturata, la Gestione Commercianti.
Come avviene l’iscrizione al Fondo Spettacolo (FPLS)
Il creator non deve iscriversi di propria iniziativa: è il datore/committente che, denunciando e pagando i compensi, lo iscrive automaticamente al Fondo.
Chi lavora può controllare la propria posizione direttamente nel Fascicolo previdenziale INPS. Il committente invece deve aprire (se non già attiva) la posizione contributiva, chiedere – quando serve – il certificato di agibilità, inviare i flussi Uniemens e versare i contributi tramite F24.
Contributi e aliquote
Per la generalità delle categorie l’aliquota IVS è del 33%, divisa tra datore (circa 24%) e lavoratore (circa 9%). Per ballerini e coreografi si sale al 35,70%.
Superate determinate soglie di reddito annuo (55.448 € e 120.607 € per i nuovi iscritti) sono previsti contributi ulteriori: l’1% di maggiorazione e un 5% di solidarietà.
Dal 2023 è operativo anche il contributo per l’Indennità di Discontinuità: 1% a carico del datore e 0,5% del lavoratore sulle quote eccedenti.
Diritti d’immagine e creator
Molti compensi dei creator non possono essere qualificati come “diritti d’immagine”: la loro attività è prevalentemente creativa e promozionale.
Si parla davvero di diritti d’immagine solo quando il brand acquista una licenza per riutilizzare foto video del creator su canali esterni ai suoi.
Questa distinzione è importante anche ai fini contributivi: solo per alcune categorie tabellate quella voce gode della riduzione del 40% della base imponibile.
Attribuire in maniera forzata tutti i corrispettivi a “diritti d’immagine” può comportare rischi di riqualificazione e recupero contributi.
Creator “sé stesso” vs creator “attore”
Se il creator parla in prima persona, recensisce un prodotto o fa ironia restando se stesso, non entra
in FPLS: i compensi vanno alla Gestione Separata o Commercianti.
Se invece interpreta uno sketch, recita una parte o mette in scena un personaggio per finalità pubblicitarie, allora si entra nel perimetro delle professioni tabellate (attore audiovisivo, presentatore, ecc.) e quindi nel FPLS.
Vantaggi per chi versa al Fondo
La contribuzione al FPLS vale a tutti gli effetti per la pensione e dà diritto a prestazioni come malattia, maternità e indennità di discontinuità, con tutele maggiori rispetto ad altre gestioni previdenziali.
Come capire se scatta il FPLS: tre domande rapide
- C’è un committente (agenzia, brand, produttore) che ti ingaggia per una prestazione
specifica? Se no, niente FPLS. Se sì, passa alla seconda. - La prestazione consiste nel realizzare un contenuto audiovisivo destinato alla pubblicità
(spot, video promo, UGC consegnato al brand per ADV)? Se no, probabilmente non è
FPLS. Se sì, vai avanti. - Quello che fai rientra in una delle figure professionali elencate (attore, presentatore,
fotomodello, regista, doppiatore, tecnico ecc.)? Se sì, sei dentro al FPLS.
Esempi pratici: rientrano nel FPLS (se c’è contratto con un committente):
- Recitare in uno spot o video promo.
- Girare UGC per un brand che li userà come ads.
- Shooting fotografici per cataloghi o affissioni.
- Presentare un format sponsorizzato.
- Fare un voice over per uno spot.
- Curare regia, fotografia o montaggio di una campagna.
Non rientrano:
- Post con product placement sul proprio profilo.
- Unboxing o recensioni pubblicate sul proprio canale.
- Attività di affiliazione, gestione e-commerce o merchandising.
I riferimenti normativi del Fondo Spettacolo (FPLS)
L’elenco delle professioni tabellate si trova nell’art. 3 del D.Lgs. C.P.S. 708/1947, aggiornato dal D.M. 15 marzo 2005. Attori, registi, presentatori, modelli, DJ, tecnici del suono e della ripresa: se la mansione coincide con queste categorie e c’è un contratto pubblicitario, il FPLS è la gestione previdenziale corretta.
Borderline: come orientarsi
Conta la natura della prestazione più che la destinazione. Un video pubblicato solo sul profilo del creator può restare fuori dal FPLS, ma se lo script è scritto come uno spot e il contratto prevede quell’uso, l’inquadramento nello spettacolo diventa plausibile.
Il semplice rilascio di una licenza d’immagine, senza recitazione o attività tecnica tabellata, di norma non basta per far scattare il Fondo.
Adempimenti
Quando c’è FPLS, tutti gli obblighi ricadono sul committente: certificato di agibilità (quando dovuto), invio Uniemens, versamento contributi con rivalsa della quota lavoratore. Il creator può solo controllare che i versamenti risultino correttamente nel proprio fascicolo INPS.
Qui trovi l’articolo di riferimento ufficiale dell’INPS.
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