L’Agenzia delle Entrate ha avviato una serie di controlli mirati sui contribuenti che hanno usufruito del regime forfettario senza rispettare i requisiti previsti.
Il focus è sulle annualità pregresse, a partire dal 2019, e le conseguenze per chi ha commesso irregolarità possono essere molto pesanti.
Se sei un forfettario, è il momento di verificare la tua posizione fiscale.
Cos’è il regime forfettario?
Il regime forfettario è un’opzione fiscale agevolata riservata ai titolari di partita IVA che esercitano attività d’impresa, arti o professioni. Per poter beneficiare di questo regime, i contribuenti devono rispettare determinati requisiti:
• Ricavi e compensi non superiori a 85.000 euro annui (per il 2019 il limite era di 65.000 euro).
• Spese per lavoro accessorio, dipendenti e collaboratori non superiori a 20.000 euro lordi annui.
• Nessun reddito da lavoro dipendente o pensione superiore a 30.000 euro annui.
• Nessuna partecipazione in società di persone, associazioni professionali o imprese familiari.
Chi non ha rispettato anche solo uno di questi parametri potrebbe ora essere nel mirino del Fisco.
Come avvengono i controlli sulla Partita IVA?
L’Agenzia delle Entrate ha intensificato le verifiche, concentrandosi su cinque aspetti chiave:
1. Soglia dei ricavi e compensi: chi ha superato il limite di 85.000 euro (o 65.000 nel 2019) sarà fuori dal regime.
2. Spese per dipendenti e collaboratori: superare i 20.000 euro porta automaticamente all’esclusione.
3. Altri redditi: chi ha percepito più di 30.000 euro da lavoro dipendente o pensione potrebbe perdere i benefici del regime.
4. Rapporti di lavoro mascherati: i contribuenti che hanno trasformato un rapporto di lavoro dipendente in partita IVA rischiano verifiche approfondite.
5. Aliquota del 5%: il Fisco sta controllando che l’aliquota ridotta per i primi cinque anni sia stata applicata correttamente.
Le verifiche riguardano in particolare le dichiarazioni dei redditi dal 2019 in poi. È già partita la notifica degli schemi di accertamento ai contribuenti sospettati di irregolarità.
Cosa succede se ricevi una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate?
Quando il Fisco individua un’anomalia, invia uno schema di accertamento al contribuente, notificandogli le presunte irregolarità. Questa comunicazione rappresenta una fase preliminare dell’accertamento, durante la quale il contribuente può:
• Presentare una controdeduzione, dimostrando la correttezza della propria posizione fiscale.
• Aderire all’accertamento, accettando l’errore contestato e beneficiando di una riduzione delle sanzioni.
La risposta deve essere inviata entro 60 giorni dalla notifica.
Esempio pratico di accertamento e sanzione
Immaginiamo il caso di Marco Forfait, un creator che ha aperto partita IVA il 1° dicembre 2019 e ha dichiarato ricavi per 15.000 euro. Tuttavia, il limite di fatturato per quell’anno andava ragguagliato ad anno, quindi il tetto massimo non era 65.000 euro, bensì:
(65.000 × 31 giorni) / 365 giorni = 5.520,55 euro
Avendo superato questo limite, Marco ha perso il diritto al regime forfettario e avrebbe dovuto pagare le imposte secondo il regime ordinario. L’Agenzia delle Entrate ha quindi calcolato:
• Imposta dovuta in regime ordinario: 2.570 euro
• Sanzione base del 90%, aumentata di un ulteriore 10% perché il reddito accertato (15.000 euro) supera di oltre il 10% quello dichiarato (11.700 euro)
Totale sanzioni e imposte dovute: una cifra ben superiore a quanto Marco aveva previsto.
Come evitare problemi con il Fisco?
Se rientri tra i contribuenti forfettari, il consiglio è di verificare attentamente la tua posizione fiscale. In particolare:
• Controlla che il limite dei ricavi sia stato calcolato correttamente.
• Assicurati di non aver superato i 20.000 euro di spese per dipendenti o collaboratori.
• Verifica che non ci siano altri redditi incompatibili con il regime forfettario.
• Se hai ricevuto una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate, rispondi tempestivamente con le controdeduzioni necessarie.
Il Fisco sta intensificando i controlli e le sanzioni possono essere molto pesanti. Meglio prevenire che trovarsi a dover pagare cifre salate per errori evitabili.